martedì 12 maggio 2015

La Chiesa Del Gesù Nuovo di Napoli, un diamante della città!



                        LA CHIESA DEL GESU' NUOVO



La nascita e lo sviluppo

L'artisticità del Gesù Nuovo deve essere necessariamente inquadrata nella movimentata vicenda dei gesuiti a Napoli, anzi nella storia stessa della Compagnia del Gesù e del suo fondatore, Sant'Ignazio Loyola.
Nel 1521 un esercito francese invade la Spagna e assedia il castello di Pamplona. Fra i difensori c'è un cavaliere della piccola nobiltà,  Íñigo de LoyolaEgli riesce ad animare i suoi compagni alla difesa, fin quando una palla di cannone non gli fracassa le gambe. Caduto lui, il castello si arrende;

concedono l'onore delle armi e ne permettono il trasporto nella sua non lontana casa-torre di Loyola, presso Azpeitia, nei Paesi Baschi, dove era nato nel 1491.
Seguiranno per Loyola mesi di torturanti operazioni. La notte del 29 Giugno, vigilia di San Pietro è a un passo dalla morte, ma per l'intercessione dell'Apostolo inizia il miglioramento. Segue poi la snervante convalescenza resa più lieve, in mancanza dei romanzi di cavalleria che amaca, dalla lettura delle vite di Cristo e dei Santi.
Matura così fra angosciose lotte interiori, la decisione di mettersi al servizio non più del re di Spagna ma di quel Re, Cristo, che è morto per noi assicurandoci una vittoria sicura.
Rimessosi in salute, Ignazio lascia la propria famiglia e il proprio mondo. Nel santuario catalano di Montserrat offrirà la sua spada alla Madonna e le sue vesti cavalleresche a un povero. Dopo intensi Esercizi Spirituali, è pronto e vuol far conoscere, e amare quanto più possibile quel Gesù che egli ha scoperto e a cui si è votato; ma per poter catechizzare gli altri deve prima studiare. A 34 anni comincerà dal latino, passerà poi alla filosofia, infine alla teologia, e dalle università spagnole passerà alla più famosa università del suo tempo, Parigi. Qui raccoglierà intorno a sé un gruppetto di giovani laureati ai quali ha comunicato la sua passione per Gesù e per il bene del prossimo: Nicolò Bobadilla, Pietro Favre, Giacomo Lainez, Simone Rodrigues, Alfonso Salmeròn, Francesco Xavier.


Il 15 agosto del 1534 in una cappelletta a Montmartre presso Parigi i sette compagni emettono i voti di povertà, di castità e di andare in pellegrinaggio nella terra di Gesù; ma se entro un anno non fossero riusciti a partire si sarebbero recati a Roma per mettersi a disposizione del Papa, Vicario di Cristo. A venezia, nell'attesa ricevono l'ordinazione sacerdotale. Alle porte della città eterna, Íñigo che ormai ha mutato il nome in Ignazio, si ferma a pregare in una cappelletta. Qui avrà una visione fondamentale: l'Eterno Padre lo rassicura sulla sua scelta e, insieme con in compagni, lo "mette con Cristo" che porta la croce: saranno i "compagni di Gesù".
Per Ignazio è questa l'approvazione della sua decisione di formare un nuovo Ordine religioso, la Compagnia di Gesù (Socìetas Iesu). Ogni futuro gesuita, facendo seguire alla propria firma la sigla "S.I.", attesterà di far parte della Compagnia di Gesù. E l'abbreviazione del nome di "Gesù" (Iota Heta Sigma = IHS ) diventerà lo stemma della Compagnia di Gesù, come un giorno lo era stato di San Bernardino da Siena.
L'approvazione canonica del nuovo Ordine, richiesta da Ignazio e compagni, verrà da Papa Paolo III il 27 settembre 1540, mandandoli poi in missione in varie parti nel mondo.
Alla morte di Ignazio (1556) i Gesuiti sono già a mille.

L'insediamento dei primi dodici gesuiti a Napoli guidati dal Padre Alfonso Salmeròn risale al gennaio 1552. Dalla prima sede provvisoria, nel 1554 il Collegio Napoletano si stabilisce definitivamente "sotto Seggio di Nido", ossia nell'attuale via Giovanni Paladino. Il palazzo di Giantomaso Carafa viene adattato per l'alloggio dei Padri e studenti gesuiti, per le sedi delle associazioni dette "Congregazioni"; il Collegio diviene Collegio Massimo, cioè una Università. Lì accanto i Padri officiano una chiesetta, il Gesù poi detta Gesù Vecchio quando s'inizia la costruzione del Gesù Nuovo. Nello stesso sito si passa poi, per i successivi abbattimenti e ricostruzioni, grazie agli architetti gesuiti Giuseppe Valeriano e Giovanni de Rosis. Intanto nel 1579 ha inizio in sede provvisoria a via San Biagio dei librai una Casa Professa, che nel 1584 si trasferisce nella zona attuale a Piazza del Gesù, con l'acquisto del palazzo già dei Sanseverino principi di Salerno costruito nel 1470 da Novello Da San Luciano, acquistato per 45.000 ducati, inoltre ad alcuni palazzetti vicini, per la costruzione di un unica grande chiesa. Sorge così il Gesù nuovo, consacrato il 7 ottobre del 1601.
Un predicatore molto conosciuto a Napoli, Padre Francesco Pepe, coglieva il suggerimento di re Carlo di far onorare la Vergine Immacolata non solo nella chiesa ma che fuori il Gesù nuovo. Promuoveva così un concorso tra architetti e raccoglieva fondi per erigere la marmorea Guglia dell'Immacolata (1747) che ancora oggi orna la piazza.

Hanno ragione quei napoletani che si sentono fieri di annoverare tra le bellezze della loro città la ricca e monumentale chiesa del Gesù nuovo e la sua stupenda piazza. Essa è uno dei capolavori di Napoli ad iniziare soprattutto dalla facciata, un adattamento della facciata del Palazzo di Sanseverino, caratterizzato da un massiccio rilievo formato da grossi blocchi di piperno lavorati a punta di diamante, ognuno dei quali reca l'incisione distintiva del lapicida , di grande effetto scenografico per il forte gioco chiaroscurale. Modifiche di carattere strutturale furono apportate nel 1598 solo alla parte superiore della facciata per consentire l'apertura di tre grandi finestroni posti in corrispondenza dei portali d'entrata e delle tre navate interne.



All'interno la chiesa è racchiusa in un rettangolo di 66 metri di lunghezza e 53 di larghezza entro cui una fila di pilastri sottolinea l'impianto cruciforme. Lo spazio è ripartito dalla navata centrale e da due laterali adiacenti, ciascuna aperta su due cappelle, quindi dal transetto, il cui invaso cupolato è circondato da altre quattro cupole minori, e dal presbiterio che accoglie la cappella maggiore, fiancheggiata da altre due minori poste ad angolo. Lo stile architettonico è rinascimentale, le rifiniture barocche, dal pavimento marmoreo salgono fino al cornicione pilastri ricoperti da marmi policromi; come pure altari e balaustre sono in marmo intarsiato. Complessivamente vi sono 11 Cappelle con altrettanti altari.

Sul muro della porta principale, osservare il grande affresco che rappresenta la cacciata di Eliodoro dal Tempio di Gerusalemme (II Macc.3); è un capolavoro di Francesco Solimena (1657-1747). Gli affreschi della volta, della prima metà della navata fra la porta e la cupola, sono di Belisario Corenzio (1560-1630) e di Paolo De Matteis (1662-1728), con scene bibliche e storie di santi che esaltano il nome di Gesù. Sopra i quattro pilastri che reggono la cupola, sono da notare i quattro Evangelisti, poderosi affreschi di Giovanni Lanfranco (1582-1647).


La cupola originale crollò in seguito al terremoto del 1688, fu quindi restaurata e decorata dallo stesso Lanfranco. Nella seconda metà della volta, fino all'abside, gli affreschi sono di Massimo Stanzione (1585-1656) e rappresentano le scene della Vita della Beata Vergine.
L'Abside, che fa da sfondo alla statua dell'Immacolata e all'Altare Maggiore, fu concepita come un inno di lode a Gesù Eucaristia e alla Vergine Maria; fu realizzata da Cosimo Fanzago (1591-1678) e rivista da Gian Lorenzo Bernini (1598-1680). Al centro c'è la statua dell'Immacolata sopra un grande globo di marmo, sostenuto da un gruppo di angeli. Ai due lati le statue di San Pietro e Paolo, eseguiti, insieme alla statua dell'Immacolata da Antonio Busciolano (1823 - 1871).
L'altare Maggiore è costituito da marmi rari, bronzi dorati e pietre preziose. Si erige su una base di marmo nero, dove s'innalzano tre bassorilievi di bronzo: a sinistra la Cena di Emmaus, a destra la Promessa dell'Eucaristia a Cafarnao, al centro la riproduzione della Cena di Leonardo da vinci, su cui poggia la mensa Eucaristica, sovrastata a sua volta da una decorazione dorata con simboli storici riguardanti il mistero Eucaristico, sporgono poi da medaglioni a forma di conchiglie otto busti di santi.

La Navata Destra, corrisponde alla porta secondaria, e vi sono cinque cappelle.
La prima è quella di San Carlo Borromeo (1538-1584). La pala dell'altare, che rappresenta il santo in estasi, è di Giovanni Bernardino Azzolino (1560-1610).

A seguire la cappella della Visitazione. Sotto l'altare c'è l'urna contenente i resti mortali di San Giuseppe Moscati (1880-1927) canonizzato il 25 ottobre del 1987 da Giovanni Paolo II. Il Santo fu docente di Biochimica all'Università di Napoli, Primario dell'Ospedale gli Incurabili, amico instancabile dei sofferenti, nei quali vide Cristo. La triplice vita del Santo è illustrata dal trittico, scolpito sull'urna da Amedeo Grufi. Il pannello a sinistra rappresenta il professore in mezzo ai suoi allievi, quello al centro il Santo illuminato dall'Eucaristia, quello a destra il Medico, consolatore degli ammalati e dei sofferenti dell'Ospedale degli Incurabili; San Giuseppe Moscati, dedicò la sua vita a servizio della Carità, testimoni sono i numerosi ringraziamenti dedicati al Santo (Ex-Voto), conservati tutt'oggi nelle Sale Moscati, ove è possibile visitare la ricostruzione della propria casa, e visionare il suo passato.



Risultati immagini per san francesco saverio gesù nuovoLa terza cappella che segue è dedicata al gesuita San Francesco Saverio  (1506-1552) il più grande missionario dell'era moderna, che predicò il Cristianesimo in India, nell'Arcipelago Maltese e in Giappone. La pala dell'altare è rappresentata dal santo metro riceve una visione celeste della Madonna. Le tre tele in alto sono di Luca Giordano (1632-1705).


La quarta cappella è dedicata a San Francesco Borgia (1510-1572), terzo generale della Compagnia di Gesù, il quadro rappresenta il Santo in preghiera davanti al SS. Sacramento e si attribuisce a Sebastiano Conca (1679-1764)

La quinta cappella è dedicata al Sacro Cuore, o detta anche dell'adorazione.                    

Sulla Navata sinistra si aprono altre cinque cappelle:

La prima, entrando a sinistra è dedicata ai Santi Martiri. La pala rappresenta la Beata Vergine col Bambino.

La seconda cappella è detta della Natività dal grande quadro di Girolamo Imparato (1560-1621) sovrastante l'altare.

Segue la maestosa cappella della Crociera, dedicata a S. Ignazio (1491-1556), come già detto in precedenza, fu il fondatore dell'Ordine dei gesuiti. Ai lati dell'altare sono erette due statue raffiguranti Davide e Geremia di Cosimo Fanzago ( 1593-1678). In alto sono raffiguranti la storia del santo.





Risultati immagini per Passiamo poi alla cappella del Crocifisso, con la Beata Vergine e S. Giovanni, fu scolpito su legno da Francesco Mollica. Sotto l'altare c'è l'urna contenente il corpo di San Ciro medico, eremita e martire del III secolo. Sul lato destro, in un urna romana, si conservano le reliquie di San Giovanni soldato, compagno di S.Ciro.

Infine, la cappella di San Francesco De Girolamo (1642-1716) corrisponde all'abside di questa navata. La statua del Santo gesuita, apostolo di Napoli nella seconda metà del XVII sec., fu scolpita da Francesco Jerace nel 1934. Sotto l'altare, in un reliquiario, si conserva il braccio destro del santo. I due imponenti reliquiari laterali con 70 busti di Santi Martiri in legno dorato e con i cofanetti contenenti le relative spoglie mortali.



Non c'è che dire la Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli, è uno dei gioielli della Città, la sua storia, nutre ogni giorno la curiosità dei popoli forestieri, spingendoli a visitare il luogo Partenopeo, restando meravigliosamente incantati!
Non sognare, fai di più...Visitala!

Alcune Informazioni Turistiche:
La Chiesa è facilmente raggiungibile con la Metro 1 alla fermata Piazza Dante.

Contatti:
Padri Gesuiti - Via San Sebastiano, 48/D, 80134 Napoli - Italia - Tel. +39 0815578111




Bibliografia
- Schiattarella A. , Gesù Nuovo, Napoli 1997
- Murolo A. , La Chiesa delGesù Nuovo, Napoli 2015


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