LA CHIESA DEL GESU' NUOVO
La nascita e lo sviluppo
L'artisticità del Gesù Nuovo deve essere necessariamente inquadrata nella movimentata vicenda dei gesuiti a Napoli, anzi nella storia stessa della Compagnia del Gesù e del suo fondatore, Sant'Ignazio Loyola.
Nel 1521 un esercito francese invade la Spagna e assedia il castello di Pamplona. Fra i difensori c'è un cavaliere della piccola nobiltà, Íñigo de Loyola. Egli riesce ad animare i suoi compagni alla difesa, fin quando una palla di cannone non gli fracassa le gambe. Caduto lui, il castello si arrende;

Seguiranno per Loyola mesi di torturanti operazioni. La notte del 29 Giugno, vigilia di San Pietro è a un passo dalla morte, ma per l'intercessione dell'Apostolo inizia il miglioramento. Segue poi la snervante convalescenza resa più lieve, in mancanza dei romanzi di cavalleria che amaca, dalla lettura delle vite di Cristo e dei Santi.
Matura così fra angosciose lotte interiori, la decisione di mettersi al servizio non più del re di Spagna ma di quel Re, Cristo, che è morto per noi assicurandoci una vittoria sicura.


Il 15 agosto del 1534 in una cappelletta a Montmartre presso Parigi i sette compagni emettono i voti di povertà, di castità e di andare in pellegrinaggio nella terra di Gesù; ma se entro un anno non fossero riusciti a partire si sarebbero recati a Roma per mettersi a disposizione del Papa, Vicario di Cristo. A venezia, nell'attesa ricevono l'ordinazione sacerdotale. Alle porte della città eterna, Íñigo che ormai ha mutato il nome in Ignazio, si ferma a pregare in una cappelletta. Qui avrà una visione fondamentale: l'Eterno Padre lo rassicura sulla sua scelta e, insieme con in compagni, lo "mette con Cristo" che porta la croce: saranno i "compagni di Gesù".
Per Ignazio è questa l'approvazione della sua decisione di formare un nuovo Ordine religioso, la Compagnia di Gesù (Socìetas Iesu). Ogni futuro gesuita, facendo seguire alla propria firma la sigla "S.I.", attesterà di far parte della Compagnia di Gesù. E l'abbreviazione del nome di "Gesù" (Iota Heta Sigma = IHS ) diventerà lo stemma della Compagnia di Gesù, come un giorno lo era stato di San Bernardino da Siena.
L'approvazione canonica del nuovo Ordine, richiesta da Ignazio e compagni, verrà da Papa Paolo III il 27 settembre 1540, mandandoli poi in missione in varie parti nel mondo.
Alla morte di Ignazio (1556) i Gesuiti sono già a mille.
L'insediamento dei primi dodici gesuiti a Napoli guidati dal Padre Alfonso Salmeròn risale al gennaio 1552. Dalla prima sede provvisoria, nel 1554 il Collegio Napoletano si stabilisce definitivamente "sotto Seggio di Nido", ossia nell'attuale via Giovanni Paladino. Il palazzo di Giantomaso Carafa viene adattato per l'alloggio dei Padri e studenti gesuiti, per le sedi delle associazioni dette "Congregazioni"; il Collegio diviene Collegio Massimo, cioè una Università. Lì accanto i Padri officiano una chiesetta, il Gesù poi detta Gesù Vecchio quando s'inizia la costruzione del Gesù Nuovo. Nello stesso sito si passa poi, per i successivi abbattimenti e ricostruzioni, grazie agli architetti gesuiti Giuseppe Valeriano e Giovanni de Rosis. Intanto nel 1579 ha inizio in sede provvisoria a via San Biagio dei librai una Casa Professa, che nel 1584 si trasferisce nella zona attuale a Piazza del Gesù, con l'acquisto del palazzo già dei Sanseverino principi di Salerno costruito nel 1470 da Novello Da San Luciano, acquistato per 45.000 ducati, inoltre ad alcuni palazzetti vicini, per la costruzione di un unica grande chiesa. Sorge così il Gesù nuovo, consacrato il 7 ottobre del 1601.



All'interno la chiesa è racchiusa in un rettangolo di 66 metri di lunghezza e 53 di larghezza entro cui una fila di pilastri sottolinea l'impianto cruciforme. Lo spazio è ripartito dalla navata centrale e da due laterali adiacenti, ciascuna aperta su due cappelle, quindi dal transetto, il cui invaso cupolato è circondato da altre quattro cupole minori, e dal presbiterio che accoglie la cappella maggiore, fiancheggiata da altre due minori poste ad angolo. Lo stile architettonico è rinascimentale, le rifiniture barocche, dal pavimento marmoreo salgono fino al cornicione pilastri ricoperti da marmi policromi; come pure altari e balaustre sono in marmo intarsiato. Complessivamente vi sono 11 Cappelle con altrettanti altari.


La cupola originale crollò in seguito al terremoto del 1688, fu quindi restaurata e decorata dallo stesso Lanfranco. Nella seconda metà della volta, fino all'abside, gli affreschi sono di Massimo Stanzione (1585-1656) e rappresentano le scene della Vita della Beata Vergine.
L'Abside, che fa da sfondo alla statua dell'Immacolata e all'Altare Maggiore, fu concepita come un inno di lode a Gesù Eucaristia e alla Vergine Maria; fu realizzata da Cosimo Fanzago (1591-1678) e rivista da Gian Lorenzo Bernini (1598-1680). Al centro c'è la statua dell'Immacolata sopra un grande globo di marmo, sostenuto da un gruppo di angeli. Ai due lati le statue di San Pietro e Paolo, eseguiti, insieme alla statua dell'Immacolata da Antonio Busciolano (1823 - 1871).
L'altare Maggiore è costituito da marmi rari, bronzi dorati e pietre preziose. Si erige su una base di marmo nero, dove s'innalzano tre bassorilievi di bronzo: a sinistra la Cena di Emmaus, a destra la Promessa dell'Eucaristia a Cafarnao, al centro la riproduzione della Cena di Leonardo da vinci, su cui poggia la mensa Eucaristica, sovrastata a sua volta da una decorazione dorata con simboli storici riguardanti il mistero Eucaristico, sporgono poi da medaglioni a forma di conchiglie otto busti di santi.

La prima è quella di San Carlo Borromeo (1538-1584). La pala dell'altare, che rappresenta il santo in estasi, è di Giovanni Bernardino Azzolino (1560-1610).


La quarta cappella è dedicata a San Francesco Borgia (1510-1572), terzo generale della Compagnia di Gesù, il quadro rappresenta il Santo in preghiera davanti al SS. Sacramento e si attribuisce a Sebastiano Conca (1679-1764)
La quinta cappella è dedicata al Sacro Cuore, o detta anche dell'adorazione.
Sulla Navata sinistra si aprono altre cinque cappelle:
La prima, entrando a sinistra è dedicata ai Santi Martiri. La pala rappresenta la Beata Vergine col Bambino.
La seconda cappella è detta della Natività dal grande quadro di Girolamo Imparato (1560-1621) sovrastante l'altare.


Non c'è che dire la Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli, è uno dei gioielli della Città, la sua storia, nutre ogni giorno la curiosità dei popoli forestieri, spingendoli a visitare il luogo Partenopeo, restando meravigliosamente incantati!
Non sognare, fai di più...Visitala!
Alcune Informazioni Turistiche:
La Chiesa è facilmente raggiungibile con la Metro 1 alla fermata Piazza Dante.
Contatti:
Padri Gesuiti - Via San Sebastiano, 48/D, 80134 Napoli - Italia - Tel. +39 0815578111
Bibliografia
- Schiattarella A. , Gesù Nuovo, Napoli 1997
- Murolo A. , La Chiesa delGesù Nuovo, Napoli 2015
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